Premesso che:
l'azienda Faist Componenti SpA opera nel settore dell'automotive realizzando componenti per turbine di auto e veicoli commerciali, con una sede amministrativa a Montone (Perugia) e uno stabilimento a Lanciano (Chieti), in località Cerratina, dove sono attualmente impiegati 17 lavoratori, compresa una lavoratrice interinale;
nel mese di dicembre 2019 l'azienda ha annunciato lo smantellamento dell'attività presso la sede di Lanciano;
la chiusura non risulta motivata dalla sussistenza di una situazione di crisi, ma esclusivamente in ragione della presunta contrazione delle vendite e della conseguente perdita stimata di fatturato pari a circa 10 milioni di euro;
lo stesso attuale amministratore delegato dell'azienda, il dottor Marcello Pennicchi, ha individuato quale possibile unica soluzione alla presunta contrazione delle vendite il licenziamento di 52 dipendenti, di cui 17 operanti a Lanciano e 35 a Montone;
considerato che:
ciò che rileva nella vicenda è la concreta valutazione dell'elemento di crisi;
in particolare, quest'ultimo non concerne le linee lavorative dello stabilimento di Lanciano che, come dimostrato nei fatti, lavorano a pieno regime e registrano previsionali di attività almeno per i prossimi 4 anni;
l'attività svolta presso lo stabilimento di Lanciano, in special modo, ha sempre ricevuto apprezzamenti e certificazioni per la qualità dei prodotti;
non essendo stata idoneamente e tempestivamente arrestata, la decisione assunta dall'amministratore delegato dell'azienda è sfociata nel trasferimento delle sue produzioni presso lo stabilimento di Montone;
considerato, altresì, che:
come riportato su diversi quotidiani nazionali e locali, negli ultimi giorni i vertici dell'azienda hanno proceduto a trasferire coattivamente i macchinari dallo stabilimento di Lanciano a quello di Montone, ancora prima di aver proceduto a trasmettere le lettere di licenziamento ai 17 lavoratori e a sole 48 ore dall'avvio della procedura di licenziamento collettivo;
a tale forzoso atto i 17 lavoratori si sono opposti, in ogni modo legittimamente possibile, conservando comportamenti dignitosi e sottolineando all'azienda le pesanti ricadute economiche e finanziarie che tale decisione avrà sulle famiglie dei lavoratori coinvolti;
nonostante la pacifica "lotta" messa in atto dai lavoratori, i vertici aziendali hanno imperterriti continuato a traslocare forzosamente i macchinari presso lo stabilimento sito nel territorio umbro;
rilevato che:
tale modus operandi risulta contrario alle statuizioni normative in materia secondo le quali l'azienda, prima di smantellare lo stabilimento, deve attendere 75 giorni dopo l'avvio della procedura di licenziamento collettivo per valutare con le parti sociali possibili alternative alla chiusura;
nonostante la scelta aziendale fosse stata assunta da tempo, la stessa è stata portata drasticamente a conoscenza dei 17 lavoratori soltanto qualche settimana fa;
tale comportamento risulta, a tutti gli effetti, configurare una condotta antisindacale,
si chiede di sapere:
quali iniziative i Ministri in indirizzo abbiano messo in atto o siano in procinto di attivare nei confronti dei vertici dell'azienda Faist al fine di individuare una soluzione alternativa al licenziamento collettivo avviato nei confronti dei 17 lavoratori dello stabilimento di Lanciano;
quali azioni intendano adottare per evitare che il tessuto produttivo abruzzese, già colpito da altre importanti situazioni, perda definitivamente anche questa realtà di eccellenza produttiva;
quali provvedimenti intendano adottare a salvaguardia e tutela dei 17 lavoratori impiegati presso lo stabilimento di Lanciano e delle loro famiglie per comprimere, quanto più possibile, gli effetti negativi di tale situazione.
la Hera Srl, società controllata di Conad Adriatico società cooperativa, opera nel settore della grande distribuzione organizzata ed è principalmente attiva nel commercio al dettaglio di generi alimentari e non alimentari nelle regioni Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata;
nel corso dei primi mesi dell'anno 2019 la stessa società ha acquisito dal gruppo FinIper SpA, attraverso la cessione affitto di ramo d'azienda, la gestione commerciale degli ipermercati di Colonnella (Teramo), Città Sant'Angelo (Pescara) e Ortona (Chieti);
con nota del 28 febbraio 2020 società ha comunicato l'avvio della procedura di licenziamento collettivo ai sensi degli artt. 4 e 24 della legge n. 223 del 1991;
è la medesima società Hera Srl a precisare nella nota di essere stata consapevole, sin dalla fase di acquisizione, di intervenire su una realtà profondamente in crisi e che, pertanto, avrebbe preliminarmente operato un adeguamento del modello organizzativo delle unità produttive acquisite agli standard dei punti vendita a marchio "Conad", nonché una revisione del format degli ipermercati;
la società Hera ha comunicato di trovarsi nell'urgente necessità di far ricorso alla riduzione collettiva di personale in organico pari ad un totale di 135 unità, tutte addette all'area vendita, così ripartite: 40 operanti nell'unità produttiva di Colonnella, 65 operanti nell'unità produttiva di Città Sant'Angelo e 30 nell'unità produttiva di Ortona;
dunque, il totale complessivo del personale in esubero risulta essere pari a 135 unità, addette indistintamente all'intera area vendita con esclusione della struttura di direzione e della parafarmacia;
in particolare, a Città Sant'Angelo la situazione risulta aggravata in quanto, oltre alla prevista risoluzione dei rapporti di lavoro in esubero, risultano in corso le trattative per l'affidamento dell'unità produttiva ad altra società nell'ambito delle logiche imprenditoriali della cooperativa Conad Adriatico;
tali trattative costituiscono un'ulteriore fonte di instabilità e preoccupazione per i lavoratori e per l'intero tessuto produttivo abruzzese;
la crisi in atto richiede un immediato intervento, anche attraverso l'istituzione di un tavolo che garantisca di interloquire con la società e che sia celere nell'attivazione di tutte le tutele possibili nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie;
appare indispensabile costruire un percorso istituzionale che coinvolga tutti i soggetti interessati al fine di scongiurare l'ennesima perdita di posti di lavoro;
purtroppo, ogni giorno o quasi il territorio abruzzese si trova a dover affrontare situazioni drammatiche quali tagli di personale, chiusure di attività, fabbriche e imprese, per di più comunicate ai lavoratori soltanto a decisione già assunta;
dietro ad ogni posto di lavoro perso c'è una famiglia in difficoltà e c'è la necessità di intervenire con misure adeguate a consentire il reinserimento della forza lavoro licenziata in una posizione attiva sul mercato;
tali scelte aziendali continuano a produrre, in particolare per la comunità abruzzese, già fortemente colpita, danni irreparabili per l'economia e la sicurezza sociale;
risulta doveroso attivarsi per la ricerca di possibili soluzioni unitamente alla presenza e alla condivisione delle azioni con le parti sociali, spesso tagliate fuori dalle scelte che riguardano i lavoratori,
quali iniziative i Ministri in indirizzo abbiano messo in atto o siano in procinto di attivare al fine di individuare una soluzione alternativa al licenziamento collettivo avviato nei confronti dei 135 lavoratori operanti nelle unità produttive di Colonnella, Città Sant'Angelo e Ortona;
quali azioni intendano adottare per evitare che il tessuto produttivo abruzzese, già colpito da altre drammatiche situazioni aziendali, si trovi a dover subire l'ennesima perdita in termini di forza lavoro impiegata;
quali provvedimenti intendano adottare a salvaguardia e tutela dei 135 lavoratori e delle loro famiglie e per comprimere, quanto più possibile, gli effetti negativi di tale situazione.